In questo articolo vogliamo parlare delle tecniche di rilassamento in ambito sportivo perché si parla di un’abilità mentale molto importante da sviluppare, e che di solito fa parte di un programma più complesso di mentale training.
Quindi si parla di tecniche conosciute e apprezzate, e che sempre più spesso fanno parte in maniera continua di un allenamento di un professionista che riguarda sia la parte fisica che psicologica.
Teniamo presente che lo scopo della tecnica di rilassamento per lo sportivo è accrescere le sue risorse mentali, allenandolo a confrontarsi con imprevisti situazioni critiche durante la sua performance, in modo da aumentare il suo livello di autocontrollo.
Sono molto ormai gli esperti ad affermare che i benefici del rilassamento sono duraturi e molteplici perché comunque entrarci anche per poco tempo ogni giorno porta a leggerezza, tranquillità e distensione, nel senso che poi le forze mentali saranno assolutamente potenziate.
Infatti teniamo presente che il rilassamento contribuisce a eliminare la tensione che si accumula quotidianamente, permettendo alla mente di liberarsi dall’ansia, ma soprattutto offre la possibilità di trovare la giusta motivazione e concentrazione.
Per arrivare però a un ottimo stato di rilassamento non bisogna assolutamente limitarsi a non fare niente perché ci sarà invece bisogno di allenare in maniera attiva questa abilità, attraverso una serie di passaggi graduali che porteranno a una concentrazione dal punto di vista psicologico del soggetto, che potrebbe essere attiva o passiva, perché dipende dal tipo di tecnica che viene utilizzata.
L’obiettivo che si può raggiungere per quanto riguarda queste pratiche di rilassamento a che fare con spontanee e graduali miglioramenti della funzionalità vascolare, dell’attività polmonare cardiaca, nonché dell’equilibrio neurovegetativo, e soprattutto del livello di coscienza, cercando di arrivare a una sensazione tranquillità di benessere.
Infatti, così come lo ha sperimentato sa, durante il rilassamento si entra in una sorta di lieve alterazione della coscienza, nel senso che è come se ci si trovasse nel mezzo tra la veglia e il sonno.
Un’altra cosa importante da considerare è che per acquisire queste tecniche legate al rilassamento bisognerebbe trovarsi in un luogo tranquillo e sereno.
Altre informazioni e obiettivi di queste tecniche
In definitiva quindi ci sarà bisogno di trovare un luogo accogliente dove rimanere concentrato e poco distratto durante gli esercizi. Di solito c’è una prima fase di apprendimento, per poi arrivare un secondo step dove si riesce ad attivare il rilassamento, anche in una situazione che può essere un po’ più stressante e disturbante.
Facendo un esempio legato allo sport, nel momento in cui si arriva a questo livello si potrà già mettere in pratica questa tecnica durante la vigilia della gara, e cioè quel momento in cui l’ansia non è così facilmente gestibile: di conseguenza ci sarebbe bisogno di abbassare la soglia di attivazione.
Uno sportivo che ogni giorno si dedica ad apprendere questa tecnica riuscirà a migliorare, anche se forse in maniera lenta, perché dipenderà dal singolo caso, la sua performance sportiva.
Tutto questo succede perché lo sportivo durante lo stato di rilassamento deve affrontare delle emozioni che per lui possono essere un po’ più scomode in quanto percepite come negative.
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La postura è la posizione del corpo umano nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere: in stazione eretta (monopodalica o bipodalica), da seduto, in decubito (prono, supino, laterale). La corretta postura può definirsi sinteticamente come la “deformazione coerente della gravità, in altre parole la corretta postura altro non è che la posizione più idonea del nostro corpo nello spazio per attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico sia in deambulazione che in stazionamento; ad essa vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali). Contribuiscono a problemi di postura un terreno piano che offre un numero ridotto e poco variabile (nel tempo e nello spazio) di messaggi di ritorno tramite il nostro piede, così come l’uso di scarpe con tacco alto che non fanno arrivare le informazioni dal terreno alla pianta del piede. Pertanto, la peggiore combinazione si ha con l’uso di scarpe alte su un terreno piano; la migliore, invece, con scarpe basse (al limite a piedi nudi) su terreno non uniforme, come camminare a piedi nudi sulla battigia o indossare scarpe basse durante un trekking. Nell’ambiente oggi utilizzato nei paesi sviluppati, il terreno, ossia la superficie sulla quale si sviluppa l’antigravitarietà posturale, è piano. La postura è inquinata dal terreno piano e per conseguenza si rendono necessarie interfacce uomo/ambiente che consentano il riposizionamento spaziale corporeo con le caratteristiche di correttezza antigravitaria. Importanti sono i concetti di spazialità, antigravità ed equilibrio che derivano da questa definizione. Il concetto di spazialità è immediatamente successivo a quello di postura; infatti la postura altro non è che il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio. Per quanto riguarda l’equilibrio esso va definito come il miglior rapporto tra il soggetto e l’ambiente circostante; ne deriva che il corpo, sia in statica che in dinamica, assume un equilibrio ottimale a seconda degli stimoli ambientali che riceve e del programma motorio che adotta. (Wikipedia)