Molte persone si chiedono se una cura cefalee può includere lo sport: questa è una cosa molto importante, considerando che l’emicrania soprattutto se diventa cronica e patologica, può essere un grosso problema.
Questo problema a un certo punto non diventerà solo personale, ma andrà a impattare sulla vita lavorativa affettive e sociali di quella persona che di solito ha tra 25 e 55 anni di media, anche se ovviamente è una cosa che può riguardare in percentuale minore le persone adolescenti, oppure over 60.
Purtroppo però ancora in molte parti del mondo si tratta di una condizione cioè quella dell’emicrania che però è sottovalutata, e a volte, nemmeno diagnosticata. Anche se comunque la buona notizia è che ci sono tanti modi per affrontarla nell’era moderna, e che sono erogabili pure nel nostro paese attraverso il Servizio Sanitario Nazionale.
Sono proprio gli esperti a denunciare il fatto che l’emicrania spesso viene sottovalutata, nel senso che le persone non ne parlano mai col medico, tranne quando poi la cosa diventa molto difficile, perché prima semplicemente utilizzano farmaci antinfiammatori, diventandone dipendenti.
Invece sarebbe bene riferire al medico quando l’emicrania avviene più di tre o quattro giorni al mese per poi eventualmente fare una visita in un centro cefalee vicino, per ottenere una terapia personalizzata ed efficace.
Inoltre una persona che soffre di cefalea dovrebbe stare più attenta alle altre per quanto riguarda il suo stile di vita, cercando di essere molto accurata quando si tratta di decidere le sue abitudini quotidiane.
Si tratta di prendersi cura di cose semplici come un ritmo sonno veglia adeguato, ma anche l’alimentazione che deve essere corretta e varia, però regolare, senza saltare i pasti come per esempio fanno alcuni che saltano la colazione.
Inoltre bisognerebbe bere almeno due litri d’acqua al giorno smettere di fumare o quantomeno ridurre, e venendo al Focus sull’articolo di oggi, fare anche una moderata attività fisica, che può essere utile per ridurre o per alleviare il dolore
Che ruolo ha l’attività fisica in tutto questo
Diciamo che tutto dipende dal livello dell’attività fisica che facciamo perché la questione può avere due facce, nel senso che se abbiamo mal di testa e facciamo uno sforzo fisico troppo intenso, il dolore potrebbe peggiorare.
Anzi addirittura in alcuni casi è proprio un livello agonistico per noi troppo esagerato che potrebbe scatenarci l’emicrania: ma al contrario nel caso in cui l’attività fisica fosse moderata, ma regolare può aiutare per quanto riguarda il mal di testa.
Infatti l’attività fisica moderata favorirà il rilascio di endorfine proteggendoci dal dolore, nel senso che ridurrà la percezione della sensazione influenzando in maniera positiva aspetti di tensione, così come dimostrano molti studi scientifici.
Secondo gli esperti non ci sono indicazioni scientifiche precise su quali sarebbero gli sport migliori per il mal di testa, perché in realtà l’importante è fare un’attività moderata di tipo aerobico, che quindi potrebbe essere per esempio corsa o nuoto, oppure una camminata lenta con la bicicletta.
Invece andrebbero evitati gli sforzi intensi anaerobici che hanno a che fare per esempio l’attività nella sala attrezzi di una palestra.
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La postura è la posizione del corpo umano nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere: in stazione eretta (monopodalica o bipodalica), da seduto, in decubito (prono, supino, laterale). La corretta postura può definirsi sinteticamente come la “deformazione coerente della gravità, in altre parole la corretta postura altro non è che la posizione più idonea del nostro corpo nello spazio per attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico sia in deambulazione che in stazionamento; ad essa vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali). Contribuiscono a problemi di postura un terreno piano che offre un numero ridotto e poco variabile (nel tempo e nello spazio) di messaggi di ritorno tramite il nostro piede, così come l’uso di scarpe con tacco alto che non fanno arrivare le informazioni dal terreno alla pianta del piede. Pertanto, la peggiore combinazione si ha con l’uso di scarpe alte su un terreno piano; la migliore, invece, con scarpe basse (al limite a piedi nudi) su terreno non uniforme, come camminare a piedi nudi sulla battigia o indossare scarpe basse durante un trekking. Nell’ambiente oggi utilizzato nei paesi sviluppati, il terreno, ossia la superficie sulla quale si sviluppa l’antigravitarietà posturale, è piano. La postura è inquinata dal terreno piano e per conseguenza si rendono necessarie interfacce uomo/ambiente che consentano il riposizionamento spaziale corporeo con le caratteristiche di correttezza antigravitaria. Importanti sono i concetti di spazialità, antigravità ed equilibrio che derivano da questa definizione. Il concetto di spazialità è immediatamente successivo a quello di postura; infatti la postura altro non è che il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio. Per quanto riguarda l’equilibrio esso va definito come il miglior rapporto tra il soggetto e l’ambiente circostante; ne deriva che il corpo, sia in statica che in dinamica, assume un equilibrio ottimale a seconda degli stimoli ambientali che riceve e del programma motorio che adotta. (Wikipedia)