Un colpo di freddo, un movimento troppo brusco, troppe ore passate in una posizione scomoda: ecco come può comparire la cervicale ecco Come curare la cervicale
Uno dei problemi più diffusi nel mondo occidentale. come suggerisce il nome, il disturbo colpisce la parte più alta della colonna vertebrale (il cosiddetto “rachide cervicale”), provocando dolore, tensione muscolare, difficoltà di movimento. e’ molto simile al torcicollo, a differenza del quale, però, causa talvolta altri sintomi: il dolore può infatti irradiarsi verso le spalle (sindrome cervico-brachiale) o verso la testa (sindrome cervico-cefalica). insieme al mal di testa possono manifestarsi inoltre vertigini, nausea, formicolii alle braccia o alle mani, disturbi sensoriali (vista offuscata, problemi all’udito) e un senso di spossatezza generale.
la cervicalgia, nome sotto il quale questo disturbo è noto in ambito medico, può essere causata da svariati fattori. può essere dovuta per esempio a una postura scorretta, sia da seduti, durante il giorno, sia di notte, durante il sonno, oppure a un trauma a carico dei muscoli, magari dovuto a un movimento brusco, o a un infortunio (il cosiddetto colpo di frusta) a seguito di un incidente stradale o verificatosi durante l’attività sportiva.
Meno comuni i dolori cervicali causati da patologie come l’artrosi o l’ernia del disco, oppure da malformazioni della colonna vertebrale, che a loro volta possono causare altri problemi come il mal di schiena. si manifesta spesso, ma non sempre, con un’infiammazione che colpisce il tessuto muscolare del collo. può anche essere dovuta, però, a una compressione dei nervi oppure a problemi a carico delle articolazioni.
L’importanza della prevenzione l’età che avanza può essere un fattore di rischio importante per il dolore cervicale, come testimonia, ad esempio, il fatto che essa colpisce prevalentemente le persone sopra i 40 anni. se l’età (oppure la predisposizione familiare, come nel caso delle malformazioni alla schiena) sono fattori su cui abbiamo scarso controllo, sullo stile di vita possiamo invece intervenire in maniera più diretta, e proteggerci il più possibile dalle complicanze causate da questo disturbo.
Prestare attenzione alla propria forma fisica, attraverso un costante allenamento e a un’alimentazione sana, aiuta a mantenere forti e tonici i muscoli del nostro corpo, compresi quelli del tratto cervicale: un muscolo poco allenato è più soggetto a strappi e contratture, e il collo non fa eccezione; inoltre, bisogna ricordare che l’obesità causa numerosi problemi alla schiena che non si limitano solo alla cervicalgia.
Inoltre, per chi fa sport, spesso uno strappo muscolare è dovuto all’esecuzione scorretta di un particolare allenamento. per questo è sempre opportuno fare stretching, prima e dopo ogni esercizio; per garantire la giusta elasticità del muscolo e prevenire questo tipo di problemi.
Tensioni e dolori muscolari possono essere dovuti, come abbiamo visto, anche a problemi di postura: durante il giorno, mentre si lavora, bisognerebbe evitare di mantenere a lungo la stessa posizione. il consiglio vale in particolar modo per chi fa lavori d’ufficio, oppure è costretto a guidare per lunghi tratti di strada. quando si è seduti, bisogna fornire il giusto sostegno alla schiena e alle spalle, non mantenere la testa troppo inclinata in avanti e comunque, ogni due ore, alzarsi per sgranchire le gambe
Per chi passa molto tempo davanti al computer, ciò contribuisce anche a riposare gli occhi e a prevenire l’insorgenza di cefalee. per un automobilista, invece, è utile a mantenere la giusta lucidità alla guida e prevenire colpi di sonno e incidenti (i quali sono fra le prime cause di colpo di frusta).
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La postura è la posizione del corpo umano nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere: in stazione eretta (monopodalica o bipodalica), da seduto, in decubito (prono, supino, laterale). La corretta postura può definirsi sinteticamente come la “deformazione coerente della gravità, in altre parole la corretta postura altro non è che la posizione più idonea del nostro corpo nello spazio per attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico sia in deambulazione che in stazionamento; ad essa vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali). Contribuiscono a problemi di postura un terreno piano che offre un numero ridotto e poco variabile (nel tempo e nello spazio) di messaggi di ritorno tramite il nostro piede, così come l’uso di scarpe con tacco alto che non fanno arrivare le informazioni dal terreno alla pianta del piede. Pertanto, la peggiore combinazione si ha con l’uso di scarpe alte su un terreno piano; la migliore, invece, con scarpe basse (al limite a piedi nudi) su terreno non uniforme, come camminare a piedi nudi sulla battigia o indossare scarpe basse durante un trekking. Nell’ambiente oggi utilizzato nei paesi sviluppati, il terreno, ossia la superficie sulla quale si sviluppa l’antigravitarietà posturale, è piano. La postura è inquinata dal terreno piano e per conseguenza si rendono necessarie interfacce uomo/ambiente che consentano il riposizionamento spaziale corporeo con le caratteristiche di correttezza antigravitaria. Importanti sono i concetti di spazialità, antigravità ed equilibrio che derivano da questa definizione. Il concetto di spazialità è immediatamente successivo a quello di postura; infatti la postura altro non è che il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio. Per quanto riguarda l’equilibrio esso va definito come il miglior rapporto tra il soggetto e l’ambiente circostante; ne deriva che il corpo, sia in statica che in dinamica, assume un equilibrio ottimale a seconda degli stimoli ambientali che riceve e del programma motorio che adotta. (Wikipedia)